FAI-Conftrasporto protagonista a Oil&NonOil 2022 nel dibattito sullo stato della transizione energetica.

Il Vice Presidente Natalino Mori ha ribadito l’allarme delle aziende di logistica e trasporto rispetto l’approccio ideologico della normativa comunitaria e il rischio, anzi la certezza, che il proseguire con l’assoluto accantonamento del principio di neutralità tecnologica conduca alla marginalizzazione del sistema produttivo, logistico e commerciale europeo.

La Commissione Europea ha presentato al recente COP 27 di Sharm el-Sheikh il Report 2022 “CO2 emissions of all world countries”, che evidenzia che nonostante l’Europa abbia ridotto del 5% le emissioni di CO2 rispetto al 2019, a livello globale esse siano rimaste praticamente inalterate: -0,36%. L’elemento più sconfortante alberga invece nella concomitanza che tale stabilità globale delle emissioni di CO2 coincida con una riduzione del 7,1% nei trasporti, a dimostrazione del limitato impatto del settore sul dato dinamico delle emissioni prodotte complessivamente da tutti i settori produttivi.

In questo scenario desolante rispetto alle previsioni degli ambientalisti “da banco” che hanno identificato nel motore endotermico la madre di tutti i mali, emerge il dato dell’Italia che ha visto dal 2005 al 2021 ridurre le emissioni di CO2 del 35% fra tutti i settori produttivi e del 25%nel settore trasporti, praticamente già in linea con gli obiettivi del “Fit For 55”: in Italia il motore endotermico rappresenta il 97% del parco circolante!

Nel frattempo la ricerca e l’innovazione tecnologica restituiscono risultati entusiasmanti con la produzione di Bio Carburanti da immettere al consumo in purezza anche con gli attuali motori euro 5 ed euro 6.

Le aspettative sull’utilizzo dell’idrogeno indubbiamente sono confortate dalle sperimentazioni in corso in alcuni settori compreso il trasporto pesante e questo consente di guardare con fiducia alla possibilità di una ragionevole transizione che accompagni con il perfezionamento della tecnologia la progressiva e sostenibile sostituzione del parco circolante.

Pertanto è evidente che il sistema produttivo ed economico abbia l’obbligo di sollecitare alle Istituzioni nazionali e comunitarie una presa di coscienza sulla effettiva situazione in termini di emissioni, sulla necessità di rappresentare con forza l’oggettività di tali dati alla Commissione Europea per l’appuntamento di Assessment previsto per il 2026 e sostenere la transizione attraverso interventi infrastrutturali, normativi ed economici orientati al perseguimento di condivisi obiettivi ambientali ma illuminati dal principio di neutralità tecnologica.
