TAV, FAI CONFTRASPORTO: “SCONCERTANTE LA DECISIONE DEL PARLAMENTO, SI ‘CONGELA’ TUTTO IN ATTESA DELLE EUROPEE… INTANTO L’UE PREME E NOI RISCHIAMO UN CONTO SALATO”

Febbraio 25, 2019
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TAV, FAI CONFTRASPORTO: “SCONCERTANTE LA DECISIONE DEL PARLAMENTO, SI ‘CONGELA’ TUTTO IN ATTESA DELLE EUROPEE… INTANTO L’UE PREME E NOI RISCHIAMO UN CONTO SALATO”

Così il vicepresidente Confcommercio-Conftrasporto Paolo Uggè dal Transpotec di Verona

“Sconcertante”. È il termine con cui esordisce il vicepresidente di Confcommercio-Conftrasporto Paolo Uggè, alla guida della Federazione degli autotrasportatori italiani (Fai), nel commentare la decisione assunta ieri dal Parlamento sulla Tav.

“Spiace vedere che la TAV sia stata nei fatti “congelata” per evidenti necessità elettorali di maggio – aggiunge Uggè, presente in questi giorni al Salone di trasporti e della logistica Transpotec, a Verona – Come purtroppo spesso accade, la politica si impadronisce di un tema e ne fa una sua bandiera (che si fa fatica ad ammainare, dopo) e utilizza, poi, strumenti tecnici per scaricare su terzi la scelta politica”.

“Peccato, perché la Tav non può e non deve essere ridotta a una questione politica. Il collegamento Torino-Lione rappresenta un tassello fondamentale di una visione più ampia che vuole rilanciare il mercato unico europeo attraverso una lungimirante programmazione del sistema dei trasporti: i corridoi comodali europei cui la TAV appartiene, e che sono il network su cui si basa lo scambio commerciale in Europa – prosegue il presidente Fai-Conftrasporto- L’Italia in particolare è uno dei massimi beneficiari della condivisione e dello sviluppo di tale network, un Paese manifatturiero che vive grazie alla esportazioni, che necessitano ovviamente di una rete infrastrutturale e logistica adeguata, pena la perdita di competitività delle nostre merci”.

“Inoltre, volendo tornare sul tema costi-benefici, i conti non tornano. Come la si guardi non c’è stato alcuno, se non i promotori dell’analisi stessa, che l’abbiano ritenuta corretta nei numeri e in taluni casi nel metodo. Preoccupante”.

“L’effetto è quello di aver deciso di non decidere. La cosa è ancora più grave, considerato che tutto ciò accade nel momento in cui la Commissione Europea si era resa apertamente disponibile ad aumentare la quota di cofinanziamento, allargandola anche alle tratte di adduzione nazionali, oggi non cofinanziate, riducendo ancor di più l’esposizione dell’Italia – prosegue Uggè – Senza contare che la stessa Commissione Europea, anche sulla base di un chiaro impegno dell’Italia, pretende si pubblichino nei tempi previsti i bandi per la realizzazione dell’opera; viceversa, si perderanno i fondi, un taglio del cofinanziamento di 300 milioni, da subito.

22 febbraio 2019

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