Non è una bella situazione quella nella quale si trova il Paese, in particolare non può sfuggire come da tempo siamo senza un Ministro per i rapporti con l’Unione europea ed ora ci troviamo anche un Ministero che, a dispetto della comprensione della nostra classe politica è decisivo per la competitività di un Paese come i trasporti, senza un Vice ministro Rixi, ed un Sottosegretario Siri.
Chi li sostituirà? Quali cambiamenti avverranno? E se avverranno toccheranno anche il titolare del dicastero Toninelli? Alcune agenzie lo ipotizzano. Domande che dovrebbero trovare rapidamente delle risposte per il bene della nostra economia.
Abbiamo argomenti che non possono attendere tempi lunghi per individuare risposte. Terzo valico, e TAV, anello del corridoio Mediterraneo (il che significa che coinvolge le province di Brescia, Verona e Venezia), iniziative a difesa della libera circolazione delle merci e contro il dumping sociale, la necessaria ripresa di una politica portuale e marittima che deve essere affrontata in tempi rapidi. Insomma una visione politica della politica dei trasporti.
In relazione al fatto che difficilmente all’Italia verrà affidato un commissario che tratti di aspetti legati alle decisioni economico-monetarie. Perché non chiedere che il dicastero dei trasporti sia affidato al Paese che più di altri dipende dalle infrastrutture, dalla funzionalità e capacità di accoglienza dei porti, dalla necessità di connettività con il resto d’Europa per poter meglio affrontare sia il tema dell’attraversamento dell’arco alpino che quello ambientale, utilizzato troppo spesso per ostacolare i collegamenti con il mercati centrali dell’Europa? Se ne avvantaggerebbe l’intera economia europea.
Sulle infrastrutture sentiamo parlare di sblocca cantieri ma non teniamo conto di quanto sia modificata la contabilità pubblica. Questa è passata dalla competenza alla cassa. Il rischio che corriamo è di trovarsi in autunno a non avere la cassa disponibile per sostenere il costo delle opere.
Non si perda tempo allora! Ciò che necessita è un Esecutivo che governi. Finisca questo gioco al massacro politico che è sotto gli occhi di tutti e si creino le condizioni per liberare l’economia italiana che non può avere prospettive di crescita se continuamente e talvolta in modo pretestuoso, rallentata ed addirittura bloccata da aspetti ideologici.
Credo che ai componenti del governo Siri e Rixi sia stata applicata una norma demenziale (nei confronti di altri così non è stato). Giustamente i due politici hanno deciso di tenere i toni bassi, pur evidenziando la natura pregiudiziale delle loro esclusioni. La decisione del Vice Ministro Rixi, da ultimo, dimostra poi quanto sia profonda la caratura dell’Uomo di governo che ha deciso di dimettersi per non danneggiare se’ stesso ma soprattutto il Paese. Ad alcuni sindaci di città importanti è stato riservato un diverso trattamento.
Ora però si deve uscire dal guado e certe prese di posizione di retroguardia ideologica assunte da esponenti di un partito di Governo debbono cessare. Il riconfermato leader intervenga con determinazione e ponga fine a questo starnazzare che finisce con il danneggiare tutti. Si recuperino le risorse su misure che si vede tranquillamente non stanno funzionando e si punti su una politica che produca crescita concreta per le nostre imprese. Per questo è necessario un Governo che recuperi armonia e abbia una visione del Paese. Ma se così non sarà la scelta può essere solo quella di ridare la parola a chi in democrazia detiene il potere assoluto. Il Popolo. L’importante è fare presto!
31 maggio 2019