Sta divenendo sempre più critica la situazione che, a causa degli ulteriori interventi annunciati dai governi austriaco-tirolesi, si andrà determinare ai confini con l’Austria.
La risposta che la Commissaria Bulc ha fornito ai Ministri dei trasporti dell’Italia e della Germania (il testo è disponibile sul sito) non è per nulla soddisfacente e rassicurante. Nonostante alcune iniziative da tempo assunte da Conftrasporto, anche queste sono riportate sulla home page del sito confederale.
Conftrasporto ritiene tuttavia che la posizione del Governo, magari d’intesa con quello tedesco, debba dare con determinazione il senso della inaccettabilità della situazione. Quindi ribadisce la necessità innanzitutto che vi sia una evidente e chiara posizione politica di chi rappresenta l’Esecutivo nella Sua interezza e che in tempi brevi sia possibile interloquire con un rappresentante del governo con delega ai temi del trasporto, come avveniva con il vice ministro Rixi per approfondire questa incredibile situazione. Come sia possibile che un dicastero, a nostro avviso di particolare rilevanza, veda la presenza di un ministro, impegnato in molte situazioni e di un solo sottosegretario, è inconcepibile. E’ così difficile individuare due figure che si occupino del mondo dei trasporti?
Possibile che non ci si renda conto come sulla questione legata all’attraversamento dei valichi alpini, nella fattispecie quelli con l’Austria, si gioca una buona parte della competitività nazionale? Come non ci si possa rendere conto che i nostri operatori perdano fiducia in una classe politica che continuamente si confronta, ma sarebbe meglio dire litiga, su argomenti etico-filosofico-sociali, o leggere di discussioni sulle modifiche da apportare al codice della strada (per limitarci al tema dei trasporti) e non affrontare nelle sedi preposte come le aule parlamentari un tema come quello della permeabilità dei valichi alpini? Ma la concretezza e la realtà appartengono a chi rappresenta il popolo oppure no?
Possibile che le opposizioni siano solo in grado di evidenziare sempre e solo genericamente argomenti ma non entrino mai nel concreto? Nessuno di loro ha mai pensato di aprire un confronto sui temi reali con le rappresentanze di interessi? La politica non si realizza parlando di “politica” ma confrontandosi con i temi della gente e delle imprese.
Possibile non rendersi conto che l’opinione pubblica è stanca di dichiarazioni in “politichese” ma chieda che i problemi contingenti e che impattano concretamente sulla vita e sulle attività giornaliere siano affrontati?
Nessuno si stupisca se ci si dovesse trovare di fronte ad iniziative di denuncia che inevitabilmente saranno costrette ad assumere le rappresentanze del settore.