LA FORMAZIONE, GLI INCENTIVI E LE DOCENZE A 1000 EURO A ORA!

Aprile 8, 2022
Attività sindacale
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LA FORMAZIONE, GLI INCENTIVI E LE DOCENZE A 1000 EURO A ORA!

RIFLESSIONI di Natalino Mori

In questi ultimi mesi di grande difficolta per le imprese di autotrasporto abbiamo assistito ad un rifiorire di polemiche sulla stampa e sui social riguardo alla sospensione della protesta, alla conduzione delle trattative e ai risultati ottenuti.

Mi sento di comprendere anche se non accettare, la risposta spesso rabbiosa di molti trasportatori, spinti ad espressioni violente e volgari dalla propria preoccupante condizione e purtroppo dall’informazione sommaria a cui hanno accesso. Proprio per questo rimango allibito e amareggiato dalla superficialità con la quale alcuni operatori del settore diffondano informazioni strumentali, mendaci e fuorvianti unicamente allo scopo di denigrare le associazioni di categoria riconosciute per attrarre iscritti nelle proprie organizzazioni peraltro non riconosciute e quindi non abilitate ad alcun confronto con il Governo o per acquisire like e visualizzazioni dei propri contenuti social.

L’approccio alle problematiche appare da Bar dello Sport dove per fortuna nessuno dovrà rendere conto delle affermazioni che fa. Nel repertorio di questi operatori nell’attacco infamante alle associazioni di categoria primeggiano i seguenti cavalli di battaglia:- gli sconti sui pedaggi autostradali finiscono in gran parte nelle tasche delle associazioni e non delle imprese- le risorse per la formazione (pressoché inutile perché fatta da chi non guida i camion) finiscono in gran parte nelle tasche delle associazioni- le associazioni fanno servizi e non fanno rappresentanza vera.

Nell’operato delle associazioni di categoria può essere stato commesso qualche errore e le azioni promosse possono non essere state sempre efficaci, ma ritengo opportuno smascherare le baggianate diffuse per provocare la categoria e dividerla nel momento in cui si dovrebbe ricercare la massima unità nella strategia di confronto con le Istituzioni. Per tale ragione da imprenditore intendo demolire ad una ad una tutte le affermazioni più ridicole e irresponsabili sugli argomenti sopra citati.

Gli autotrasportatori hanno il diritto/dovere di informarsi correttamente sulle questioni che li riguardano e non meritano di essere disinformati deliberatamente. Ho già parlato dell’argomento sconti autostradali in questo post https://www.faimarche.com/…/e-allora-i-gli-sconti-sui…/.

Oggi invece mi riferisco ad un video su YOUTUBE in cui un trasportatore e una rappresentante di categoria commentavano, fra le varie risorse messe a disposizione dal Governo, l’(in)utilità della formazione per il trasporto. Riporto in grassetto alcune delle affermazioni più rilevanti e proseguo volta per volta con la dimostrazione della loro strumentalità.

1) “Alle imprese di autotrasporto non serve finanziare la formazione se non quella obbligatoria: ADR, CQC, Patenti ecc. ” Per normativa comunitaria la formazione obbligatoria non può essere finanziata, altrimenti si configurerebbe un aiuto di stato in conflitto con il regime del “de minimis”. (Art. 31 comma 2 reg. CE 651/14). Quindi l’obiettivo non è quello di non pestare i calli alle autoscuole come ventilato dai dietrologi dell’occasione, bensì quello di offrire copertura di costi comunque necessari ai trasportatori, nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale. E’ evidente infatti che l’obiettivo dell’intervento pubblico e delle associazioni di categoria è il miglioramento del livello di informazione, formazione e addestramento volto all’acquisizione di competenze adeguate alla gestione d’impresa, alle nuove tecnologie, allo sviluppo della competitività ed all’innalzamento del livello di sicurezza stradale e di sicurezza sul lavoro. Pertanto le risorse sono destinate anche alla formazione dei titolari delle imprese: non a caso la stessa rappresentante di categoria aveva evidenziato quanto una buona parte della categoria sia impreparata alla gestione commerciale e alla definizione delle stesse tariffe. Inoltre è ovvio che l’intervento è rivolto alla formazione del personale per le specificità aziendali e a quanto non previsto nella formazione obbligatoria generica: tutto ciò riveste un importanza determinante per le aziende che al contrario dovrebbero farsene carico completamente in termini di docenza, organizzazione e ore di assenza dal servizio del personale coinvolto.

2) “La formazione è inutile se non effettuata alla guida e/o da docenti che non hanno mai guidato un camion.” Premesso che, come ribadito nel punto precedente, la formazione può essere rivolta anche agli imprenditori, ai manager, ai commerciali e ai programmatori, l’affermazione è elusiva e strumentale anche in riferimento agli autisti.Infatti è necessario precisare quanto oggi le competenze dell’autista siano anche di carattere amministrativo e specifiche per l’azienda e il settore in cui opera: per tali competenze non può aver ricevuto formazione in occasione del conseguimento dei titoli abilitativi.Inoltre esistono competenza tecniche come, solo ad esempio, quelle relative ad attrezzature tecnologiche specifiche, piuttosto che quelle relative al corretto posizionamento e ancoraggio del carico, per le quali il contributo formativo può giungere da esperti del settore non necessariamente autisti.

3) “Le risorse economiche non vanno alle imprese ma alle associazioni di categoria” Mai niente di più falso! Le risorse economiche vengono bonificate dal Ministero direttamente sul conto corrente dell’impresa di trasporto che presenta il progetto formativo. Il progetto transita attraverso un organo attuatore terzo, un ente di formazione accreditato di diretta emanazione di associazioni di categoria presenti in seno al comitato Centrale dell’Albo, che si assume la responsabilità di certificare la corrispondenza del piano ai requisiti del bando. Ma i servizi di consulenza a qualsiasi titolo utilizzati per il progetto e comunque necessari, COMPRESI i costi del citato organo attuatore non possono superare il 20% dell’intero costo del progetto formativo. Va precisato che non esiste alcun corso di formazione finanziata in Europa che non preveda il ruolo di un ente attuatore competente e terzo rispetto all’impresa

4) “I soldi finiscono tutti nelle tasche dei docenti con compensi anche di 1000 euro/ora.” Falso. Per le docenze è previsto un tetto massimo del compenso di 120 euro/ora

5) “I docenti a volte sono i dipendenti delle associazioni di categoria” Vero. Ma cosa c’è di strano nel ritenere per alcune materie un funzionario di una associazione di categoria più idoneo di un qualsiasi altro consulente che non si occupa quotidianamente proprio di questioni che riguardano l’autotrasporto?

6) “La formazione dovrebbe essere finanziata e svolta come si faceva una volta, con l’affiancamento dell’autista ad un autista anziano magari attraverso sgravi contributivi.” Chi certificherebbe le competenze dell’autista anziano come corrette e conformi con il rischio di reiterare comportamenti scorretti? Secondo quali linee guida verrebbe effettuato l’affiancamento?Chi garantirebbe che quelle risorse vengano utilizzate in affiancamento e non per un normale servizio di trasporto?

7) “In questo momento abbiamo meno bisogno di formazione, dobbiamo concentrarci sul Gasolio.” La rappresentante di categoria nel video afferma che una buona parte degli imprenditori non è sufficientemente preparata per la gestione amministrativa e commerciale della propria azienda, proprio per la ragione che le tariffe dovrebbero essere negoziate dalle imprese e non dalle associazioni di categoria. Del resto appare anche che quella parte sia quella in questo momento la più vulnerabile rispetto all’incremento dei costi.

Ebbene è evidente che esista una carenza formativa ed informativa degli imprenditori il cui miglioramento proprio in questo momento dovrebbe rappresentare un obiettivo prioritario per le sfide presenti e future. Al contrario in merito agli autisti, i corsi professionalizzanti, ad esempio quelli di eco-drive, guida difensiva e sicurezza secondo BBS sono fondamentali ai fini della sicurezza stradale, dello stesso consumo di gasolio e della tutela ambientale mentre non sono certo oggetto della formazione per il conseguimento dei titoli abilitativi quali patenti, CQC e ADR.

Da anni assistiamo alla mattanza di autisti e automobilisti sulle strade e solo un incompetente potrebbe non sostenere la prevalenza del fattore umano fra le cause di radice degli incidenti. Di fronte a questa tragedia costante affermare l’irrilevanza della formazione non obbligatoria è quanto meno irresponsabile.

Se l’obiettivo è la tutela della categoria siamo ancora in tempo per seppellire l’ascia di guerra, del resto mai come oggi potremmo apprezzare meglio le conseguenze a cui conduce una sfrenata e cieca volontà di annientare per lo meno l’immagine del prossimo.

Non abbiamo bisogno di buttare il bambino con l’acqua sporca

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